Mina Gamboni è la fondatrice e stilista di Smash, azienda di abbigliamento femminile. L’azienda nasce nel 1977 a Rimini come piccolo laboratorio di sartoria. Negli anni ’80 inizia una prima fase di espansione e la neonata azienda artigiana GaGa si afferma su tutta la fascia costiera della Riviera Romagnola. Negli anni ’90 cambia nome in Smash e allarga ulteriormente i propri mercati fino a raggiungere Marche, Toscana, Lazio, Umbria, Campania, Puglia e alcune aree all’estero.
A.B.
Qual'è il suo primo ricordo legato alla moda? Quando e come è
cominciata questa passione?
M.G.
Il primo ricordo risale alla mia infanzia poiché mia madre era
sarta. Ho usato per la prima volta la macchina da cucire a circa 10
anni: volevo a tutti i costi una gonna ma mia madre non la voleva
fare, quindi ho provato a cucirla da sola ed è stato un vero dramma.
A.B.
Quando invece è cominciata la sua carriera vera e propria, quando
la moda si è trasformata in un lavoro?
M.G.
Attorno ai 16 anni. Ho frequentato la scuola di taglio a Pesaro,
avevo capito che era quella la mia strada.
A.B.
Se non avesse lavorato nella moda, cosa avrebbe voluto fare nella
vita?
M.G.
Avrei sempre voluto studiare, questo è rimasto ancora oggi il mio
più grande rimpianto. Avrei voluto frequentare la scuola di
ragioneria ma sono nata in un paesino dove non c'erano le scuole
superiori, era necessario quindi spostarsi e non c'erano i mezzi.
A.B.
Invece quando non lavora, cosa le piace fare nel tempo libero?
M.G.
Di tempo libero ne ho pochissimo. Adoro andare in montagna a
rilassarmi quando riesco. Mi piace molto anche leggere, leggo
soprattutto libri d'avventura e gialli.
A.B.
Quando pensa ad una collezione, a quale tipo di donna si ispira?
M.G.
Ho sempre pensato a dei capi che prima di tutto indosserei io stessa.
Mi piacciono gli abiti che possono essere indossati in varie
occasioni magari giocando con varie fantasie o dei toni di colore di
tendenza.
A.B.
Per ispirarsi consulta siti internet o riviste?
M.G.
Consulto molte riviste e giornali di moda. Ma la cosa che preferisco
è curiosare nei negozi e nelle bancarelle: piccoli particolari di
abiti e accessori mi danno tantissimi spunti per le mie creazioni.
Queste ispirazioni nel tempo hanno sempre pagato molto.
A.B.
Qual'è il suo stilista preferito?
M.G.
Mi piace tantissimo Giorgio Armani, le sue giacche mi lasciano senza
fiato.
A.B.
Se pensa alla parola “eleganza” qual'è la prima cosa che le
viene in mente?
M.G.
Sicuramente il tubino nero con un filo di perle.
A.B.
Quale personaggio famoso del passato avresti voluto vestire?
M.G.
Audrey Hepburn.
A.B.
Invece quale personaggio di oggi?
M.G.
Mi piacerebbe vestire una giornalista come Lilli Gruber. Lei
solitamente veste Armani, indossa sopratutto giacche e pantaloni. Mi
piacerebbe vederla con degli abiti.
A.B.
Qual'è stata la sua più grande soddisfazione professionale?
M.G.
Non ho il ricordo di una cosa in particolare. Ricordo la mia
testardaggine, il mio credere il questo lavoro fin dall'inizio.
Forse qualcuno poteva arrendersi al posto mio, io invece tenacemente
sono andata avanti da sola iniziando in un modo abbastanza
avventuroso, andando a comprarmi i pacchettini di tessuto con il
motorino e lavorando a casa da sola. Piano piano qualcuno nella mia
famiglia si è accorto che la cosa poteva diventare interessante.
A.B.
Quando e come hai deciso di vestire le donne più formose?
M.G.
Un giorno sono entrata in un negozio, all'epoca portavo la 46 e già
vi erano problemi a trovare alcuni tipi di abiti in quella taglia.
Allora ho pensato a tutte quelle donne che hanno voglia di indossare
abiti di tendenza, sfiziosi ma eleganti pur non portando una taglia
40.
A.B.
Quali sono le differenze fondamentali nel vestire una donna con le
curve rispetto ad una figura più asciutta?
M.G.
E' molto più difficile certo. Ci vogliono piccoli accorgimenti come
l'utilizzo di stampe scure, tessuti adatti, colori scuri tendenti o
al blu o al nero.
A.B.
Come vede il futuro di questa azienda?
M.G.
Sarà un percorso molto difficile per una ditta piccola, noi ci siamo
ricavati però una nostra nicchia facendo cose un po' diverse. Spero
nei giovani e punto tutto sulla generazione futura.
A.B.
Cos'è per lei la felicità?
M.G.
Ci son tanti modi per vedere la felicità. La felicità può essere
nell'ambito lavorativo una collezione venuta bene, nell'ambito
familiare può essere un qualcosa che riguarda i figli o quando vai
d'amore e d'accordo con il marito. Ci son tanti modi per essere
felici.
Annapaola Belicchi
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